Il re dei mari, nel Mare tra i mari
Il re dei mari, nel Mare tra i mari, sembra un gioco di parole ma in realtà tali denominazioni di uso ormai comune, ci aiutano a meglio comprendere l’importanza che Favignana ha avuto nella storia del grande pelagico.
Non avevo immaginato l’emozione che si potesse provare nel ripercorrere le strade e la terra che aveva accolto nella storia Rais, Tonnaroti, reti, isole e muciare se non avessi avuto l’onore di partecipare per la prima volta ad un summit che mi ha davvero lasciato un grande segno.
Un’emozione da far vibrare cuore ed anima
E’ lì che con alla visione di così tanta maestosità i miei occhi hanno raggiunto un’emozione da far vibrare cuore ed anima, ed in effetti così è stato quando ho ascoltato la testimonianza (virtuale)dell’ultimo dei “ Rais” della più sofferta tonnara, Gioacchino Cataldo, il quale in quelle parole narrava dell’esperienza della c.d età dell’oro, con quel coinvolgimento emotivo naturale che ti riusciva ad intrappolare ed immedesimare con le sue sofferenze dovuto come noto al destino beffardo di Favignana superata e schiacciata, negli anni ottanta dalla concorrenza dei grandi pescherecci. In tale epistola io desidero trasmettervi la grande occasione che mi ha coinvolto per il summit di Fishtuna dedicato alla mia grande passione, lo studio e la ricerca nel mondo della pesca e quindi del Tonno, che mi ha dato modo di acquisire il coinvolgimento e la soddisfazione dei tanti appassionati nello scoprire un artigiano che oggi replica fedelmente un mestiere antichissimo, quello del mastro salatore ed ancor di più vivere a quella degustazione narrata direttamente da me, senza mediazioni.
E’ in quella occasione che ho vissuto, seppure per poco tempo, quella parte di territorio, quello stabilimento snaturato della sua reale funzione ma comunque ripristinato in modo da rafforzare la sensibilità dell’uomo comune rispetto alla storia che vi si cela.
Sono fermamente convinto che aldilà delle seppur importanti questione legate alle quote, alle regolamentazioni in materia, al fenomeno della cattura accessoria ( vedi articolo) i metodi di pesca meno impattanti e più tradizionali sono non solo quelli più coerenti alla sostenibilità ma anche i più vicini all’etica ed alla sacralità di chi viveva un tempo di tale lavoro, lontani da interessi materialisti e commerciali, diciamo una strategia sana per non far morire secoli di tradizione.
Quindi, qualunque siano i risvolti è chiaro occorre mantenere o riaprire confronti utili e trasparenti, in vista di un obiettivo comune, salvaguardare.